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Showing posts from December, 2019

LA #CINEPRESA NELL'ARTE - 19

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Titolo: Movie makers: magazine of the amateur cinema league Autore: Fortunato Depero Anno: 1929 Luogo: New York

LA #CINEPRESA IN CUCINA - 18

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Come potrebbe la macchina da presa non aver mai fatto irruzione in cucina? Essendo parte integrante della vita quotidiana nonché spesso sfondo romantico e a tratti filosofico, si propongono qui due pellicole sul genere. Hanno inoltre preso molto piede anche le trasmissioni televisive con ricette e guida passo passo, spesso a scopo didattico e istruttivo, a volte a scopo parodistico(è il caso in particolare di trasmissioni straniere che scimmiottano in particolare l'attaccamento italiano alla propria cucina tradizionale). Chocolat (Lasse Hallstrom,2000) I l favoloso mondo di Amelie(Jean-Pierre Jeunet, 2002)

NUVOLA DI NOMI - 17

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MAPPA CONCETTUALE - 16

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LA #CINEPRESA NEL FUTURO - 15

La cinepresa è un oggetto in continua evoluzione, basti pensare ai nuovi dispositivi di action camera, riprese tramite droni, qualità eccelse anche nel riprendere il microscopico, possibilità di realizzare piani sequenze lunghissimi, possibilità di avere immagini in tre dimensioni tutto ciò unito a un'eccellente qualità; l'evoluzione è così evidente che risulta difficile immaginare cosa ci manchi o dove si possa crescere ulteriormente. Potendo sognare, si potrebbe immaginare una sorta di occhio bionico in grado di mostrare al regista l'immagine così com'è nella sua testa e la possibilità di poterla modificare da lì, una sorta di anteprima dell'idea, senza dover allestire fisicamente l'intera scena.

LA #CINEPRESA COME SIMBOLO - 14

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Dai dietro le quinte di pellicole che hanno segnato intere epoche, le fotografie dei registi che imbracciano la camera da presa hanno finito molto presto per associare a chiunque ne prendesse una in mano la figura della regia. Poiché tutte questi film hanno descritto le condizioni di vita di intere generazioni, o hanno fornito per esse una via di fuga da una vita che troppo spesso regalava delusioni, dando a tutti la possibilità di sentirsi eroi o di incarnarsi in figure entrate nel mito e nella cultura collettiva. Per questo e molto altro stringere una cinepresa oggi conferisce inevitabilmente un'aria di sensibilità, spirito creativo superiore alla media, propria di molti cineasti. Sergio Leone   Francois Truffaut Alfred Hitchcock Stanley Kubrick

ANATOMIA DELLA #CINEPRESA - 13

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I MATERIALI DELLA #CINEPRESA - 12

L'evoluzione tecnica nella realizzazione delle macchine da presa ha permesso di realizzare pellicole dal risultato visivo eccelso. Ad oggi lo scheletro della cinepresa è in alluminio, con parti in plastica, tenute insieme da viti in acciaio e colla, c'è poi il vetro per lo specchio e l'obiettivo, i componenti elettronici. Un discorso a parte può essere fatto per la pellicola: la parte esposta alla luce è un composto a base d'argento, mentre il supporto(forato) è oggi in poliestere: inizialmente questa parte era in celluloide, materiale altamente infiammabile che ha causato molti danni. 

TASSONOMIA DELLA #CINEPRESA - 11

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I PROVERBI SULLA #CINEPRESA - 10

In assenza di un proverbio sulla cinepresa, si propone questo estratto del film "The dreamers" di Bernardo Bertolucci, che fornisce una visione originale dell'oggetto. "È come se la macchina da presa fosse... il buco della serratura della porta dei tuoi genitori. E tu li spii, e sei disgustato... e ti senti in colpa... ma non puoi fare a meno di guardare. Fare i film è come un reato. Un regista è come un criminale"

I NOMI DELLA #CINEPRESA - 9

Inglese: film camera(british english) / movie camera(american english) Francese: caméra Russo: видеокамера Cinese: 摄像机

LA #COSA - 8

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La scelta ricade sulla cinepresa essendo questo un oggetto indissolubilmente legato alla storia del cinema: non si sarebbe potuto giungere ai risultati strabilianti di fotografia, regia e riprese odierne senza lo sviluppo della tecnologia della cinepresa e, d'altro canto, lo slancio geniale dei cineasti ha spinto a nuove ricerche per migliorare le tecnologie della macchina da presa.

FILM - 7

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Essendo un luogo realizzato appositamente per creare pellicole cinematografiche, si può scegliere tra un catalogo di oltre 3000 pellicole ambientate a Cinecittà. La scelta ricade su Ben-Hur, kolossal del '59 premiato con 11 premi oscar che narra le peripezie di Giuda Ben Hur, tradito dal suo amico Messala che cerca vendetta in un percorso intriso di spiritualità ed epica. Proprio a Cinecittà è stata allestita la scenografia della "Corsa delle bighe"(che erano in realtà quadrighe), ambientata nel Circo di Antiochia. Scheda del film Regia: William Wyler Attori: Charlton Heston, Jack Hawkins, Haya Harareet, Stephen Boyd, Hugh Griffith, Giuliano Gemma. Anno di uscira: 1959 Durata: 212 minuti

ORIGINE DEL NOME - 6

Data la sua estensione (oltre 600 000 mq) e il ruolo centrale che avrebbe dovuto svolgere per il cinema non solo nostrano, ma anche internazionale, era fondamentale trovare un nome che contenesse al suo interno "cinema" e "città": la parola Cinecittà ebbe il sopravvento su altre come "Città del cinema".

IL MITO - 5

« Cinecittà è come Hollywood, un luogo dove si può fare qualsiasi cosa ».  Questa è la frase pronunciata da Francis Ford Coppola in risposta alla domanda su cosa fosse per lui Cinecittà: data la sua recente costruzione, non esistono miti epici riguardo Cinecittà. Il mito è essa stessa, lanciato prima da kolossal statunitensi i quali hanno ritrovato negli studios di via Tuscolana uno scenario perfetto per i loro film epici e che hanno pregnato il luogo di un'atmosfera di sogno in cui tutto è possibile, rappresentando un mito per intere generazioni di cineasti italiani e non solo.

CITAZIONI - 4

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In un passo emblematico di un'intervista rilasciata per Positif, Fellini racconta le sensazioni provate appena giunto a Cinecittà per la prima volta e il significato che quel luogo ha assunto per lui: "Ricordo ancora la prima volta che sono arrivato, in tram, un piccolo tram che partiva dalla stazione ferroviaria, si lasciava alle spalle la città e attraversava chilometri e chilometri di campagna in mezzo alle rovine di un acquedotto romano. Alla fine compariva questa specie di costruzione che assomigliava veramente a un ospedale o a una città universitaria e, invece, aveva quel nome magico, Cinecittà(...). Ricordo che in quel momento c'era Blasetti, il Regista con la R maiuscola, intento alle riprese, se non ricordo male, di La corona di ferro. Sono quindi piombato in mezzo a una dimensione cinematografica molto italiana:(...) una sorta di Quo vadis? fatto in casa, di Ben Hur laziale, e al centro di tutto questo polverone fatto di comparse vociant

UN LIBRO - 3

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"Cinecittà. La fabbrica dei sogni" di Roberto Burchielli     Nel suo libro Borchielli ripercorre la gloriosa storia degli studios ricordando tutti i grandi cineasti che vi hanno lavorato, senza però tralasciare l'impatto emotivo che ebbe su quella fetta di popolazione che vedeva nel cinema il caveau dei propri sogni.